Edy Angelillo (attrice) Roma 12.11.2007
Intervista di Gianfranco Gramola
Una
veneziana a Roma
Edy
Angelillo è nata a Venezia il 7 settembre del 1961. E’ un’attrice di
teatro, cinema e televisione, ha lavorato in alcuni film di successo come
Ratataplan, con la regia di Maurizio Nichetti, In viaggio con papà, con la
regia di Carlo Verdone, Madonna che silenzio c’è stasera , regia di Maurizio
Ponzi, in cui lavora accanto a Francesco Nuti, La bruttina stagionata, diretto
da Anna Di Francisca. Nel 1984 è
una delle vallette che affianca Il Pippo Baudo nazionale nella conduzione del
Festival di Sanremo. Nel 1998 diventa molto popolare al grande pubblico, grazie
al personaggio di “Irene” interpretato nella prima edizione della fiction tv
“Un medico in famiglia” . Successivamente è protagonista in altre
fiction tv: le miniserie tv “Madri”, regia di Angelo Longoni, “Giorni da
leoni”, regia di Francesco
Barilli, e “Il veterinario” e la sit – com “Sweet India”, diretta da
Riccardo Donna. Attualmente è in teatro, con una commedia molto divertente, dal
titolo “Io non ti conosco più”, accanto a Fabrizio Frizzi e a febbraio 2008
debutta al Cometa di Roma con una nuova commedia, accanto all’attore romano
Michele La Ginestra. Edy
Angelillo parla correttamente inglese e francese, inoltre ha un fratello
doppiatore, Gigi, la miticissima voce di Paperon De Paperoni.
Cinema
Can
Can (2004) – La bruttina stagionata (1996) – Modì (1990) –
Cenerentola ’80 (1985) – Bolero (1984) – In viaggio con papà (1982)
- Madonna che silenzio c’è
stasera (1982) – La baraonda (1981) – Ratataplan (1979).
Televisione
Zanzibar
(1986) – Camilla (1992) – Professione fantasma (1998) -
Un medico in famiglia (1998) – Madri (1999) – Giorni da leone (2002) – Padri (2002) – Amanti e segreti (2004) – Don Matteo 4 (2004) – Il veterinario (2005) – Sweet India (2006) -
Provaci ancora Prof ! 2 (2007).
Intervista
La
“scovo” a casa sua, che si trova nel quartiere di San Giovanni, a Roma.
Simpatica, dinamica e molto divertente, mi concede un’intervista,
promettendomi una sua foto con dedica.
Tu
sei veneziana, vero?
Si,
sono nata a Venezia.
Quando
sei venuta a Roma la prima volta e come ricordi l’impatto?
L’impatto
è stato un po’ traumatico, perché arrivavo da Milano, una Milano tutta
precisa, rispetto a Roma e quindi mi sono trovata in un caos pazzesco. Il primo
impatto è stato un po’ difficile e soprattutto nel mio lavoro, in quanto gli
appuntamenti non erano mai rispettati, perché prendevo un appuntamento alle due
del pomeriggio e arrivavo tranquillamente alle tre. Poi, arrivata da Milano dove
la puntualità è sacra, puoi immaginare che disastro. All’inizio ho avuto dei
problemi, però passato questo momento così, mi sono talmente innamorata di
Roma che poi mi ha rilassata, rispetto a tutte quelle che sono le chiusure un
po’ del nord, della super precisione. Io, arrivata da Milano, diciamo che
forse ho trovato un equilibrio, in questo momento, tra Roma e Milano.
In
quale zona sei andata ad abitare appena arrivata a Roma?
Adesso
sto in zona San Giovanni, ma all’inizio abitavo a Monteverde, in una casa con
tante altre amiche, attrici, scrittrici. Una casa di tutti artisti (risata). E
poi mi sono trasferita qui, a San Giovanni.
E
i romani, come li hai trovati?
I
romani sono simpatici, molto aperti e quindi mi trovo molto bene con loro. Poi
qui a Roma è nato mio figlio e quindi per me Roma è la mia città e quindi i
romani sono miei concittadini. Penso che non vivrei altrove, perché è troppo
bella Roma. Adoro la mia città, mi piace anche se a volte mi arrabbio
moltissimo perché potrebbe essere tenuta molto meglio e non ci si rende conto
della fortuna che abbiamo di vivere in una città come questa, svegliarsi la
mattina, fare una passeggiata o anche soltanto andare a fare la spesa e trovarsi
sempre con l’arte negli occhi e nel cuore. E’ che ci siamo troppo abituati a
questa bellezza e allora non ci rendiamo conto di questo e la si usa male questa
città, nel senso che è troppo sporca, troppo trafficata, e tante altre cose
che mi fanno arrabbiare ma per un esagerato amore che ho per Roma. Questo
sicuramente, però ti riempie il cuore la sua bellezza. Ancora oggi mi ritrovo
in vie bellissime che non ho mai visto, in piazzette straordinarie e questo,
penso sia il fascino di Roma, cioè quello di lasciarti sempre a bocca aperta,
davanti al suo splendore.
Per
un’artista, Roma cosa rappresenta?
Come
ti ho detto prima, cioè avere la fortuna di aprire gli occhi la mattina,
svegliarsi e trovarsi in una città come Roma, credo che sia importante per
riempirti la testa, il cuore di bellezza e penso che la bellezza faccia bene
all’umore.
Come
è nata la passione per lo spettacolo, Edy?
I
miei cantavano e quindi ho sempre bazzicato nell’ambiente artistico musicale e
poi un mio pallino era quello di diventare attrice ed è quello che poi sono
riuscita a fare.
Hai
mai pensato ad un nome d’arte?
No!
Assolutamente no. Non ci ho mai pensato, perché mi suonerebbe un po’ strano
farmi chiamare con un altro nome e poi l mio nome mi piace, Edy.
Ma
Edy è un diminutivo?
No!
Edy è proprio il mio nome e mi è sempre piaciuto il mio nome. Non avevo niente
da cambiare o da togliere.
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
L’ho
ricevuto da un giornalista, tanti anni fa, per un film che feci con Florestano
Vanzini e che si chiamava “La baraonda”, in cui ero la protagonista
femminile e questo giornalista, prima di mandare in onda il film, disse che ero
molto brava e che recitavo con la stessa naturalezza con cui uno mangia (risata). Quindi ero molto naturale e non recitosa e questo per un attore è un grande
complimento. Riuscire ad interpretare un ruolo ma non dare il senso di
interpretarlo, perché è come se fosse tuo, cioè che ce l’hai dentro, con
naturalezza.
La
cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di te?
Su
Internet sono andata a trovare delle vecchie critiche a riguardo di un vecchio
film che si chiamava “Madonna che silenzio c’è stasera”, che tra
l’altro era molto bellino e c’era un critica brutta in cui un’attrice
parlava dei miei capelli, che ero solo capelli e non si vedeva nemmeno la mia
faccia, non si capiva chi fossi, perché c’erano solo i mie capelli che vagano
per il film. I miei capelli erano molto più lunghi di adesso, anche se ancora
oggi li tengo abbastanza lunghi e in più sono anche di un bel colore rosso.
Quella cosa mi urtò moltissimo. Secondo me il film era molto bello e poi
anche il mio personaggio era molto surreale ed era molto carino.
Quell’attrice sicuramente non capì l’ironia. Non è che me la sono presa più
di tanto però mi ha dato un po’ fastidio, lo ammetto.
Qual
è il tuo punto debole?
Questa
non è una domanda semplice (risata). Il mio punto debole sono i sentimenti,
nel senso che ci si fa ferire facilmente.
Nel
tuo lavoro serve la fortuna oltre che la bravura?
Assolutamente
si! Credo che in un periodo come questo, la bravura sia un optional, nel senso
che se ce l’hai meglio ancora, ma soprattutto è una questione di fortuna, di
dove sei in quel momento, se sei al punto giusto, se in quel momento hanno
bisogno di una tipa con la tua faccia. Credo che sia tutto un insieme, un
incastro di cose che arrivano non so da dove, nel senso che non c’è nulla di
concreto. Capita e se prendo al volo quel momento, ce l’hai fatta, per un
certo periodo. Perché devi sapere che nel nostro mestiere non c’è niente da
fare, se arrivi, poi ritorni in giù, poi risali e ritorni giù ancora. E’
tutto un sali e scendi e quindi non si è mai arrivati. Su questo non ci sono
dubbi. E’ un lavoro molto difficile, anche se per quanto mi riguarda è il
lavoro più bello del mondo e mi piace molto probabilmente anche per la sua
precarietà. Non sai mai cosa succederà domani.
Parteciperesti
ad un reality?
No!
Credo che dovrei trovarmi con mio figlio sul ciglio della strada a chiedere
l’elemosina, per dover fare un reality. Per guadagnare dei soldi si fa, eccome
e quindi lo farei soltanto se avessi un gran bisogno di soldi.
Che
rapporto hai con la Fede?
Ho
un po’ di allergia a tutto quello che sono queste folle, dove c’è tutta
questa gente che si assembla e che
sta insieme. Ho un po’ di allergia rispetto alle varie religioni. Abbiamo
ragione noi, no, il nostro è meglio, ecc… Diciamo che ho una fede mia, nel
senso che credo in qualcosa di molto più forte di noi, che non so se sta dentro
di noi o se sta nell’al di là, ecco.
Con
il successo sono cambiate le tue amicizie?
No!
Sono sempre le stesse. Io ho pochissimi amici, ma molto fidati. Ma conosco tanta
gente, però se tu mi dici amicizie, quelle sono poche ma buone, come si dice.
Vuoi
parlarmi dello spettacolo che stai facendo a teatro?
Si!
Certo. Si chiama “Io non ti conosco più”, è di Aldo De Benedetti, è una
commedia degli anni ’30, ed è un gioco degli equivoci. Uno spettacolo molto
divertente, ironico, molto leggero. Qui a Roma stiamo avendo un grosso successo
e vedo che il pubblico si diverte molto, passando due ore davanti ad uno
spettacolo fatto bene, scritto bene e recitato bene. Ci sono tutti gli
ingredienti per passare una serata in allegria, perché è uno spettacolo che
punta molto alla parte divertente, con delle situazioni ironiche e grottesche.
Con me ci sono Fabrizio Frizzi, che fa la parte di mio marito, Carlo Alighiero
che fa la parte del professore e che nello spettacolo cura anche la regia. Poi
ci sono altri attori, come Massimo Abate e Annalisa Amodio.
A
chi vorresti dire grazie?
A
tutti e a nessuno. E’ una gran forza poter dire che sono andata avanti senza
aiuti, senza raccomandazioni. Quelle non le ho mai avute, tra virgolette,
purtroppo. Però arrivata ad oggi, posso dire che quello che sono riuscita a
fare, l’ho fatta con i miei sforzi e con la mia sola forza.
Progetti?
Dopo
questo spettacolo ne farò un altro, che andrà al teatro della Cometa, a Roma
che si chiama “La radice di due”, con Michele La Ginestra e debutteremo a
febbraio.